Con il termine metatarsalgia si intende un dolore in zona metatarsale che nella maggior parte dei casi è riferito in sede plantare ed è causato da un eccessivo carico su una o più teste metatarsali.
La metatarsalgia colpisce maggiormente le donne e abitualmente è associata a traumi di natura biomeccanica derivanti da un alterato carico dell’ avampiede al suolo.
Esistono anche le metatarsalgie cosiddette non biomeccaniche che hanno origine da malattie che interessano tutto l’organismo (es. artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, diabete, etc…), da affezioni locali (es. artrite settica) o malattie dei nervi del piede (es. neuroma di Morton).
Nella maggior parte dei pazienti è presente una callosità plantare in corrispondenza dei metatarsi centrali.
Con l’avanzare del tempo e con l’utilizzo di calzature a suola rigida, con tacco, strette o semplicemente a piedi nudi, insorge il dolore durante la deambulazione in corrispondenza delle zone ipercheratosiche.
Nelle fasi acute il dolore può rendere intollerabile la marcia e in alcuni casi si assumono posizioni anomale d’appoggio finalizzate a schivare i punti dolorosi.
Nei casi di metatarsalgia lieve si può attuare un approccio conservativo attraverso l’utilizzo di calzature a suola morbida e/o ortesi siliconiche protettive personalizzate, capaci di mettere in scarico le teste metatarsali dolorose.
Nei casi gravi tali soluzioni non possono essere proposte al paziente. Diviene necessario ricorrere al trattamento di chirurgia percutanea che permette di curare le metatarsalgie attraverso piccole osteotomie (l’osso viene tagliato per accorciare, allungare o modificarne l’allineamento) di arretramento e sollevamento delle teste dolorose.
Ai sensi delle Nuove Linee guida del Ministero della Salute del 28/03/2013, relative alla pubblicità sanitaria concernente i dispositivi medici, dispositivi medico-diagnostici in vitro e presidi medico chirurgici, si avvisa l'utente che le informazioni ivi contenute sono esclusivamente rivolte agli operatori professionali.